Il mio primo incontro ravvicinato con Internet

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(Immagine originale in licenza CC-BY)

Sono passati più di dodici anni dalla prima volta che usai il computer, e devo dire che fu piuttosto strana come esperienza. Avevo poco più di otto anni e il solo fatto di avere tra le mani un oggetto tanto sofisticato era qualcosa di sorprendente.

Durante la mia adolescenza Internet è stata una risorsa fondamentale. Fin da subito ha dato un immenso contributo al mio percorso di studi attraverso le varie enciclopedie virtuali come Wikipedia e  Encarta che mi hanno permesso sempre di capire e approfondire quanto appreso in classe. Mi ha anche aiutato a rimanere in contatto con i miei compagni di classe  in orari extrascolastici attraverso diversi programmi per chattare come Facebook, Skype e MSN che  ci permettevano anche di effettuare delle  video chiamate che duravano fino a quando mio padre decideva di spegnere  il modem, causa l’esorbitante costo della connessione di quei tempi.

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(Originale in licenza CC-BY)

Ad essere sinceri però, oltre che  scolastici i primi utilizzi erano per lo più a scopo ludico. Uno dei miei passatempi preferiti era disegnare con Paint, anche perché utilizzavo spesso una tavoletta grafica che rendeva tutto il più realistico possibile . Oltre che disegnare , naturalmente trascorrevo molto tempo giocando e sfidando i miei amici online ai “vecchi classici”, come Pacman e Tetris.

 

Pac-Man

Tetris

(Prima e seconda immagine di pubblico dominio)

Con il passare degli anni incominciarono a diffondersi i  telefonini con schermo a colori e che riuscivano anche a sfruttare le prime reti Wi-Fi. Ricordo ancora il giorno che ricevetti il mio primo cellulare. Era uno di questi,  il videofonino  LG Shine. Fortunatamente disponeva di Internet, una qualità non di poco conto anche se non del tutto positiva . Infatti per un adolescente la connessione Internet del proprio cellulare permetteva di rimanere in contatto con chiunque in qualsiasi modo, ma allo stesso tempo però ha contribuito a  diminuire il contatto umano con i miei coetanei. Sempre più spesso una semplice chiacchierata faccia a faccia veniva sostituita da una telefonata o da una video chiamata.

 

Gianmarco Buonanno

 

 

 

Dai disegni su Paint ai post su un blog

Oggi mi trovo qui, con il mio computer sulle gambe, impegnata a scrivere su un blog. Ma da cosa è iniziato tutto questo?
Il ricordo più remoto che ho dell’utilizzo di un computer è quello di Paint: mi divertivo a disegnare muovendo il mouse e potendo scegliere tra tantissimi colori, tipi di penne e forme geometriche facili da creare. Il passo successivo è stato quello dei giochi su cd-rom, impossibile dimenticare i pomeriggi passati da sola o in compagnia a giocare a “Zoo Tycoon” e “Harry Potter e la coppa del mondo di Quidditch“, i miei due giochi preferiti.

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Copertina cd-rom Zoo Tycoon (fotogramma video CC-BY)

Alla scuola elementare ogni tanto ci portavano nell’aula computer per imparare a scrivere con la tastiera su Word, e per stimolare il nostro apprendimento tramite i giochi di Pc Genius, ma l’accesso a internet ci era ancora negato.

Il primo approccio con l’utilizzo del web è stato invece successivo e inizialmente per giocare a qualche gioco online senza capire ancora le potenzialità che una connessione a Internet può offrire.
Il vero e proprio passaggio a un maggiore utilizzo di Internet è stato la creazione di un mio account sulla piattaforma “Windows Live Messenger”, creato per me da mia sorella (più grande e che quindi già ne possedeva uno) e che utilizzavo soprattutto per tenermi in contatto con mia cugina che vedevo raramente, abitando distante da me. Dopo qualche mese anche i miei amici iniziarono a iscriversi a quello che chiamavamo “MSN”, che ci permetteva di chiacchierare (o meglio, chattare) pur non essendo nella stessa stanza.

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Remake del logo di Windows Live Messenger (pubblico dominio)

Il ricordo più nitido che ho della mia esperienza con Messenger è l’utilizzo dei trilli. Se non si rispondeva istantaneamente e le casse del computer erano accese quel suono fastidioso rimbombava in tutta la stanza.

Ho appena utilizzato il termine “istantaneamente“. Una delle grandi potenzialità di internet è infatti l’istantaneità, e quasi tutti i ragazzi della mia generazione avevano già a che fare con questa possibilità a soli 12/13 anni, quando ancora non si sapeva quale potente mezzo si aveva davanti, ma si pretendeva comunque che il nostro interlocutore rispondesse il più velocemente possibile. Oggi l’istantaneità delle comunicazioni è alla base di ogni nostra giornata, a partire dall’utilizzo dei servizi di messaggistica fino a venire a conoscenza delle notizie tramite i giornali online.

Eugenia Ferrero

Cosa significava Web per un bambino.

Avere 20 anni nel 2016 ti rende automaticamente appartenne alla generazione digitale nata e cresciuta di pari passo con la tecnologia. La verità è che per tutta la mia infanzia il web non è mai stato una parte pregnante e importante della mia infanzia,soprattutto considerando che appartengo ancora oggi alla fetta di popolazione afflitta dal “digital divide”.

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Modem 56k. Foto di Frédéric Bisson rilasciata in CC-BY

 

 

Il primo ricordo che ho della rete è il fantastico modem 56k,un apparecchio che molti miei coetanei non hanno mai usato. Era un momento di pura sorpresa quando facevi partire il tentativo di connessione e venivi travolto da un rumore assordante che come una formula magica ti apriva un mondo del tutto nuovo ed inedito(ed estremamente lento); peccato che pochi minuti dopo tua madre urlava dall’altra stanza perché doveva usare il telefono fisso.

Un’esperienza entusiasmante.

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Disegnare: una cosa che i bambini adorano. Immagine nel pubblico dominio .

Forse uno dei primi usi che ho fatto di un computer connesso(anche piuttosto datato, faceva girare Windows 98!) è stato cercare disegni da colorare(non giudicate, ero un bambino!) perché ero un grandissimo fan del cartone animato “Dragon Ball”; era bellissimo poter colorare le figure dei tuoi beniamini e sfoggiarle poi a tutti i tuoi compagni di classe (che poi facevano la stessa identica cosa). Un’altra uso che ricordo ero solito fare era scaricare musica, ahimè illegalmente (di nuovo, non giudicate). Ricordo ancora che ogni volta mi ritrovato a cercare sul mulo la canzone del momento e ad aspettare quasi ore affinché finisse il download di files mp3 di pessima qualità: con una connessione pagata a tempo non era proprio una brillante idea.

La prima esperienza è stata un po’ così, vedere nel web una sorta di contenitore enorme e sconfinato di materiale di tutti i tipi da cui poter attingere senza problemi quando volevi senza pagare nulla.Un posto in cui ti sentivi libero di poter fare tutto ciò che volevi, senza che nessuno ti controllasse. Era una concezione limitata e sbagliata del web, ma cosa ne poteva sapere un ragazzino se nessuno gli diceva diversamente? Cosa ne poteva sapere un ragazzino dei possibili rischi del web se gli adulti che avrebbero dovuto vigilare ne sapevano molto meno di lui?

Marco Caccialino.