Pubblicità e propaganda politica online

Sempre più spesso mentre navighiamo in Internet veniamo bombardati da numerosi avvisi pubblicitari. Nella maggior parte dei casi questi appartengono a varie imprese, ma a volte fanno parte di vere e proprie campagne politiche.

Esistono vari tipi di avviso:

-Annunci video pre-roll

im1

(Fotogramma di annuncio  tratto da un video musicale di YouTube)

 

Questi sono dei video, di lunga o breve durata a seconda dello scopo,  che l’utente vede per un breve periodo (5-15 secondi). In seguito a questi pochi istanti è permesso saltare la visione della restante parte del filmato attraverso l’apposito tasto “salta annuncio”.

 

-Annunci Overlay

im2

(Immagine che raffigura un esempio Overlay. Originale di pubblico dominio.)

 

In alcune piattaforme, oltre i pre-roll, è possibile inserire gli annunci di testo overlay che vengono posti in basso alla riproduzione video.

-Pubblicità display

im3.jpg

(Esempio pubblicità display.Originale in licenza CC-BY)

Questi sono i più comuni, posso avere svariate dimensioni e sono anche quelli con una maggiore percentuale di click.

-Annunci Adwords

sim4.png

(Esempio annuncio Adwords. Originale in licenza CC-BY)

Gli annunci adwords compaiono sul nostro display in base a delle parole chiave che noi stessi digitiamo.

Pubblicità sui social networks

im 5.jpg

(Immagine che ritrae esempi di annunci presenti su Facebook. Originale in licenza CC-BY)

I social network permettono l’inserimento di avvisi pubblicitari. Questi vengono scelti in base alle caratteristiche dell’utente (interessi, età ecc.):

Per quanto riguarda i social e la propaganda politica , soprattutto in questo periodo e  con l’avvicinarsi dell’elezioni, può capitare di ricevere “strane” richieste d’amicizia o essere taggati insieme a molte altre persone in stati o foto di alcuni candidati. Questo genere di azioni può essere accompagnato anche dall’invio di email ai nostri account. Infatti attraverso i  profili degli utenti si può accedere a varie informazioni personali, le quale successivamente possono essere utilizzate senza il consenso del diretto interessato.

Come evitare la pubblicità?

Eliminare del tutto i vari annunci dai nostri display e quasi impossibile, ma ci sono alcuni espedienti che possono diminuirne il numero. In base al motore di ricerca che usiamo e attraverso il Menù di  impostazioni si può evitare la visualizzazione dei popup, delle finestre dialogo che nella maggior parte dei casi contengono alcuni tipi di avvisi pubblicitari visti prima.

 

Gianmarco Buonanno

L’ISIS e i Social Network

I social network utilizzati quotidianamente dalla maggior parte di noi  contribuiscono  al proselitismo digitale attuato dagli estremisti islamici. Spesso l’immagine di un jihadista non viene associata a quella di un informatico capace di ideare video e pagine ufficiali  in grado di influenzare e persuadere i grandi bacini di utenti dei social, ma semplicemente a quella di un soldato disposto ad uccidere per punire i paesi occidentali considerati “infedeli”.

Come agisce l’Isis nel Web?

isis1.jpg

(Immagine originale in licenza CC-BY)

Sono molti i terroristi “invisibili” che agiscono su Twitter, Facebook e YouTube pubblicando stati e video dai contenuti molto espliciti che con il passare del tempo hanno provocato nelle persone reazioni di sdegno, ma anche di simpatia. Ogni giorno gli jihadisti producono migliaia di tweet, che con il passare del tempo ,hanno contribuito a una crescita dei “foreign fighters”, persone di origine occidentale che di fronte al materiale pubblicato decidono di convertirsi e abbracciare i loro metodi di combattimento in nome della giustizia e per la speranza di una vita migliore. Tutto ciò è possibile grazie all’esistenza di un vero e proprio “Califfato virtuale” a cui capo c’è un portavoce e che può contare su altri organi centrali come una stazione radio (al Bayan), una casa editrice (al Himma Library), mensili in lingua inglese ecc.

d11275960f0383a1b435f6b8813b5dd3(Immagine e informazioni tratte dal documento qui riportato)

Come fermare una macchina d’informazione così bene ideata?

Fermare un sistema cosi ben ideato riscontra molte difficoltà, sia per la quantità di informazione che viene ininterrottamente distribuita, sia nel cercare un messaggio sufficientemente forte da poter essere considerato come alternativa a quello islamico.

Tuttavia contro l’Isis è diventata sempre più forte l’azione di Anonymous, una comunità di singoli o gruppi di utenti che quotidianamente si propone di contrastare la propaganda islamica. L’espedienti usati sono molti, come ad esempio l’eliminazione di contenuti pubblicati su profili ufficiali dello stato islamico, ma anche attraverso l’eliminazione degli stessi account che ufficialmente appartengono al coloro che si impegnano online nel proselitismo.

Gianmarco Buonanno.

Vantaggi e svantaggi dell’informazione su internet

 Internet, la rete delle reti, è ormai entrata a far parte della nostra quotidianità. Tutti noi la usiamo per giocare, ascoltare musica, comunicare tramite i social network e cercare informazioni riguardo gli argomenti che ci interessano. L’informazione attraverso Internet, però, non è sempre rose e fiori, infatti, si può fare una distinzione tra i vantaggi e gli svantaggi che essa comporta.

Parliamo innanzitutto dei vantaggi: tra questi possiamo trovare sicuramente la velocità con cui viaggiano le informazioni, la quale ci permette di conoscere in tempo reale le notizie provenienti da qualsiasi parte del mondo, dandoci la possibilità di essere sempre aggiornati sui fatti di cronaca (giornalismo online), culturali o, molto semplicemente, su come sta il nostro amico o parente che vive lontano. Inoltre possiamo sempre essere aggiornati sulle condizioni del traffico stradale o sulle coincidenze dei treni.

Un secondo vantaggio riguarda i costi contenuti dell’informazione: infatti, non solo ci sono molti siti web gratuiti ai quali si può accedere pagando solo i costi di connessione, ma,  se siamo indecisi sull’acquisto di un oggetto, possiamo documentarci leggendo le opinioni di chi lo possiede già per evitare una spesa inutile nel caso in cui abbia dei difetti. Esistono, inoltre, delle enciclopedie online attraverso  cui è possibile sia documentarsi che pubblicare il proprio sapere gratuitamente (l’esempio più importante è Wikipedia).

 2000px-Wikipedia-logo-v2-it_svgLogo di Wikipedia
Immagine pubblicata con licenza CC BY SA

A vantaggio di Internet va, poi, il fatto che le informazioni siano accessibili a chiunque e in qualsiasi posto ci si trovi, utilizzando un pc, un tablet o uno smartphone. Molti giornali ne hanno approfittato pubblicando gli articoli online e creando delle applicazioni a pagamento che, una volta scaricate, evitano alle persone la scomodità di andare sempre in edicola, poiché contengono già quasi tutto quello che c’è scritto nel giornale cartaceo.

Infine, Internet può essere utile anche per scopi didattici dato che offre la possibilità di trovare libri di testo e materiale didattico per tutte le materie. Esistono addirittura delle università online che consentono di seguire corsi di laurea per mezzo di video lezioni e altri strumenti didattici.

 melentia2012b

Libri scolastici
Immagine pubblicata con licenza CC

Riguardo gli svantaggi, si può dire che tra le innumerevoli notizie vere che ci sono ogni giorno nei vari siti, capita anche di trovare delle bufale, ossia delle notizie completamente false che vengono, però, spacciate per pura verità; bisogna quindi fare molta attenzione.

Così come i genitori devono prestare molta attenzione all’uso che i loro figli fanno di Internet: essi potrebbero, infatti, venire a conoscenza di cose sbagliate o non adatte alla loro età.

Anche i social network rappresentano un problema perché, oltre ad avere il pregio di diffondere molto rapidamente le informazioni, possono creare dipendenza, con la conseguente nascita di alcune patologie come l’emicrania e isolamento dal mondo reale, con possibile perdita dei rapporti umani.

icon-set-social-media-icons-colours-mouse-over-and

Social networks
Immagine pubblicata con licenza CC

Nonostante questi svantaggi, Internet rimane uno dei mezzi di informazione più utilizzati al giorno d’oggi e non ci resta che aspettare per vedere fino a che punto si evolverà.

Karen Bosio

Rivolte civili: Facebook e Twitter nella Primavera Araba

Vi propongo una traduzione italiana dell’articolo di Rozanne Larsen del 22 Agosto 2011, pubblicato sotto licenza Creative Commons (Attribuzione). Tratta l’utilizzo di Facebook e Twitter durante la Primavera Araba.
Qui l’articolo originale: Civil movements: Facebook and Twitter in the Arab Spring del sito Journalist’s Resource.

Egypt-Facebook-protest

La copertura mediatica riguardante la “Primavera Araba” si è sempre focalizzata sul potenziale ruolo dei social media nel facilitare lo sconvolgimento della politica in corso nel Medio Oriente.
Strumenti come Facebook e Twitter, come è stato suggerito, hanno aiutato i cittadini a comunicare e organizzarsi quando i governi continuavano a non rispondere alle loro richieste, e forse hanno giocato un ruolo centrale negli avvenimenti che ancora stanno accadendo (articolo scritto nel 2011 quando le proteste erano ancora in corso).

Uno studio del 2011 della Dubai School of Government, “Civil Movements: The Impact of Facebook and Twitter”, ha analizzato gli accessi e l’utilizzo di questi due principali social media basandosi sui dati raccolti da 22 stati arabi come Iran, Israele e Turchia durante i primi tre mesi del 2011.

I risultati dello studio includono:
– “Il numero di utenti di Facebook è aumentato significativamente nella maggior parte dei paesi arabi, più evidente nei paesi in cui si sono tenute le proteste” da Gennaio fino a Marzo 2011. Il tasso di crescita durante le proteste è raddoppiato se non di più rispetto al doppio dello stesso periodo di un anno prima in tutti i paesi arabi tranne la Libia.
– I cittadini in Egitto, Yemen, Bahrain, Libia, Oman, Arabia Saudita, Siria e Palestina hanno usato Facebook per condividere le chiamate alla protesta, con date specifiche.
– In Tunisia e Egitto, più dell’80% dell’utilizzo di Facebook durante la rivolta civile e gli eventi dell’inizio 2011 era “sia per acquisire sicurezza, sia per diffondere informazioni o organizzare azioni relative alla rivolta e agli avvenimenti”.
– Il numero di tweets pubblicati da approssimativamente 1,15 milioni di utenti attivi di Twitter delle regioni durante i primi quattro mesi del 2011 è stimato a 22.750.000. Questo corrisponde a 252.000 tweets al giorno o approssimativamente 3 al secondo.
– Durante i primi quattro mesi del 2011, i principali argomenti di Twitter (indicati da #hashtags) nella regione araba “erano #egypt (menzionato 1,4 milioni di volte nei tweets durante questo periodo), #jan25 (con 1,2 milioni di menzioni), #libia (con 990.000 menzioni),#bahrain (640.000 menzioni) e #protest (620.000)”
– Nonostante l’uso di Facebook sia cresciuto rapidamente nel Medio Oriente, complessivamente il tasso di penetrazione è piuttosto basso. Per esempio solo il 5,5% degli Egiziani e il 4,3% di Libici avevano l’accesso a Facebook, dove è stata dichiarata la prima chiamata alla protesta (rispettivamente il 25 gennaio e il 17 febbraio). Al contrario, il 32% della popolazione Bahrain aveva l’accesso al social media quando la chiamata alla protesta del 14 Febbraio 2011 venne messa online. Conseguentemente, “può essere discusso il fatto che per molti protestanti questi strumenti non furono centrali”.

I ricercatori concludono che nonostante questi fatti non siano necessariamente causali, “il resoconto fornisce l’evidenza empirica della crescita dei social media nella regione e il cambiamento dei trends di utilizzo hanno giocato un ruolo critico nella mobilitazione, nel potere, nel cambiare le opinioni e nell’influenza al cambiamento.”

Traduzione a cura di Eugenia Ferrero

Il webshow che gioca ad essere un TG

Come spesso ci sentiamo ripetere da un po’ di tempo a questa parte, la nascita e la diffusione di uno strumento potente come il World wide web ci ha aperto le porte ad un mondo di nuove possibilità, anche inimmaginabili fino a poco tempo fa.

Anche il modo di fare informazione è cambiato inevitabilmente; come uno tsunami la rete ha costretto al cambiamento e all’ammodernamento testate giornalistiche con una storia decennale alle spalle, ma ha anche dato la possibilità alle persone di informare e di fare informazione. Piattaforme come Facebook e Twitter danno a tutti la possibilità di comunicare e diffondere una notizia, ma c’è qualcuno che ha deciso di farne quasi una professione.

La persona in questione è Alessandro Masala, meglio conosciuto agli internauti come ShooterHatesYou, che tiene in piedi uno dei canali Youtube più interessanti degli ultimi anni: Breaking Italy.Questo ragazzo originario della Sardegna si propone di consegnare ai propri follower ogni giorno un video di circa 8-10 minuti in cui riassume tutti i fatti più importanti della giornata, spaziando dalla politica ai videogames, creando di fatto un format che è a metà strada tra un TG ed una rubrica informale.

HOME
Screenshot del canale Breaking Italy, licenza CC-BY.

Come lo stesso Alessandro ha dichiarato in un’intervista ad oggi sono molte le persone che tendono a trascurare l’informazione e a subirla quasi “passivamente” nascondendosi dietro l’idea che in Italia non ci sia modo di “sapere la verità”. SHY con questo format ha deciso di utilizzare un mezzo considerato per giovani per fare qualcosa di molto meno moderno, informare.Negli anni il suo canale ha guadagnato molti consensi e superato le 250.000 iscrizioni, dimostrando come una piattaforma come Youtube si presti anche ad un utilizzo più serio ed impegnato.

Nonostante questo successo il suo Breaking Italy rimane lontano dall’essere un programma professionale e lo stesso Alessandro fatica a vedere se stesso come un vero giornalista: più e più volte rimarca il fatto che le notizie che comunica sono comunque inevitabilmente influenzate dalle sue idee politiche senza, però, mai parteggiare esplicitamente per una fazione o l’altra, invita più che altro a farsi una propria opinione; le news sono in ogni caso prese da fonti esterne (perlopiù testate straniere) cercando di verificare le fonti per quanto possibile. Breaking italy non può, per gli ovvi limiti, e non deve essere l’unico vostro occhio sul mondo.

249877_488527621186734_832899292_n
Screencast della sigla di apertura di ogni puntata di Breaking Italy. Licenza CC-BY

La carta vincente forse è proprio il saper alternare argomenti impegnati e importanti ad altri assolutamente più leggeri, mantenendo sempre un tono ironico e mai saccente.I Tg e le testate possono comunque dormire sonni tranquilli, non saranno di certo un ragazzo ed una videocamera a decretarne la fine: il mondo ha bisogno di informazione verificata e professionale.Breaking Italy, però, rappresenta una nuova frontiera della diffusione di notizie, dove per la prima volta non solo siamo posti davanti ad una news ma ne prendiamo parte, commentiamo, condividiamo e possiamo essere noi stessi una fonte d’informazione per gli altri.

Marco Caccialino

Emergenze e comunicazioni

“I network mobile di Bruxelles sono saturi. Si prega di contattare tramite i servizi online di messaggistica: Facebook, WhatsApp, Twitter. Evitate le telefonate”.
Questa è la frase detta dal vicepremier del Belgio Alexander De Croo in seguito al recente attacco terroristico all’aeroporto di Bruxelles. Evitare l’utilizzo delle classiche telefonate ed affidarsi ai social networks.

Ecco una delle dimostrazioni di come internet sta assumendo un ruolo di grande importanza nelle comunicazioni, non solo nel quotidiano ma soprattutto in situazioni di emergenza. Ma quali sono i servizi online più utilizzati in questi casi?

Facciamo un salto indietro nel tempo: 12 gennaio 2010. Terremoto di Haiti. Più di 200 mila vittime. In questa occasione nasce Google Person Finder, una piattaforma open source che, sfruttando la rapidità con cui le informazioni vengono diffuse su internet, permette alle persone colpite da catastrofi naturali di comunicare il luogo in cui si trovano e il proprio stato di salute.

googlepersonfinderfinalmente
Pagina di Google Person Finder per il terremoto ad Haiti. Licenza CC – BY

Qualche anno dopo, nel 2014, è stato introdotto su una delle piattaforme social più utilizzate Facebook Safety Check, che ha avuto un importante ruolo a seguito del tragico terremoto del 25 aprile 2015 in Nepal. Questo servizio viene attivato in caso di emergenze che coinvolgono un grande numero di persone. Basta un click per comunicare a tutti gli amici di Facebook il proprio stato di salute.

eugi
Facebook Safety Check. Fotogramma di un video in licenza CC – BY

Continua a leggere “Emergenze e comunicazioni”